Terra di emozioni, il Salento è in grado di offrire un mix di storia, cultura, passione, divertimento e paesaggi spettacolari, che stupiscono in ogni periodo dell’anno. Meta che dev’essere tappa fondamentale di un soggiorno in questa terra unica è Otranto. Il comune più a oriente d’Italia suscita sempre un’attenzione agli occhi di chi rimane stupito a rimirare le acque cristalline dal lungomare che pullula di amanti del luogo.
Capo d’Otranto definito anche Punta Palascia, a sud del centro abitato, è il punto geografico più a Est della penisola italiana. Dal mare, al Castello Aragonese, dalla movida notturna alle passeggiate per le viuzze del caratteristico centro storico, pieno di negozietti in cui l’artigianato locale la fa da padrone, fino alla celeberrima Cattedrale Normanna, questo borgo tocca tutti gli aspetti che ama chi è alla ricerca della scoperta di nuove culture. Otranto è stato dapprima un centro greco-messapico e romano, poi bizantino e più avanti nei secoli, aragonese, tutte culture che hanno lasciato tracce indelebili per il paesino. Grazie a tutte queste testimonianze, alla sede arcivescovile, al flusso turistico che ogni hanno accoglie, è stato riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Culturale, rientrando nei borghi più belli d’Italia. La Cattedrale di Santa Maria Annunziata è il luogo di culto più famoso del paese e dell’intero territorio circostante grazie alla sua struttura così ricca di testimonianze, e purtroppo nei secoli alcune sono andate distrutte dalle invasioni turche, altre si sono tramandate per arrivare ai giorni nostri. La Cattedrale è un intreccio di diversi stili: bizantino, paleocristiano, romano. Nel ‘400 però la cattedrale fu protagonista di un terribile attentato da parte dei Turchi che dopo essersi insediati nella città, entrarono nella Chiesa e sterminarono tutti i presenti civile e clero che si erano rifugiati all’interno, fu convertita in moschea e vennero distrutti molti affreschi del secolo precedente.
Dopo la liberazione di Otranto da parte degli aragonesi, la Cattedrale fu energicamente ristrutturata. A quest’epoca, infatti, appartiene il rosone della facciata e il portale barocco. L’interno, invece, si presenta con tre navate suddivise da quattordici imponenti colonne di granito, un arco e soffitto ligneo. Gli affreschi rimanenti rappresentano delle tracce di cultura bizantina. Nella navata destra si può scorgere la Cappella dei Martiri nella quale sono conservati i resti mortali dei santi martiri di Otranto, gli abitanti di Otranto che vennero torturati e uccisi dai Turchi, perché Cristiani. Ma la parte che più affascina i suoi visitatori e studiosi di arte è il suo mosaico pavimentale che si sviluppa sul pavimento che ricopre le navate. La raffigurazione è una sorta di racconto di una storia alquanto affascinante e piena di mistero. L’Albero della Vita rappresentato con tanti minuscoli pezzettini di vetro colorati ripercorre quella che è stata l’origine dell’umanità, dal peccato originale alla salvezza, con delle scene prese dall’Antico Testamento. Non solo storia, Otranto è un borgo eclettico, pieno di risorse tutte da scoprire, come il mare. Il Golfo di Otranto che separa l’Italia dall’Albania, incontra i due mari, l’Adriatico e lo Jonio e ne conserva tutte le caratteristiche e la bellezza di un mare incontaminato, puro, cristallino. Con coste che alternano sabbia a faraglioni rocciosi sui quali è possibile ammirare l’odorosa macchia mediterranea, e delle baie nascoste in alcuni punti della cittadina, nelle quali è possibile rifugiarsi quando si vuole evadere senza andar troppo lontano, ma con la stessa tranquillità di un’isola deserta.
E quando cala la sera si possono ammirare dei tramonti mozzafiato. Guardare gli ultimi raggi di sole che scompaiono dietro l’orizzonte e le lucine della città che piano piano, una ad una si accendono ed illuminano il borgo, sarà un’emozione impagabile e non quantificabile. E distesi sulla spiaggia con la brezza marina tra i capelli e l’odore del mare che inebria i sensi, molti si sono detti come in estasi. Una natura che sprigiona tutto quello che ha da offrire agli occhi di chi è capace di cogliere la semplicità di un gabbiano nel porto, un’onda che si infrange sulla spiaggia, il brusio dei passanti sul lungomare. E quando ormai la sera è scesa, la città si infiamma, i tanti locali presenti al centro cittadino e sul lungomare immerso nel centro storico si accendono a festa, e pieni di luci e tanta musica, live e non, faranno incontrare tutte le età, chi si vuole divertire, chi è per una passeggiata romantica, chi è amante del genere e che semplicemente in compagnia di amici trascorre una serata in piacevole compagnia, la compagnia di un borgo che non si spegne mai, neanche in inverno. Infatti, per chi ammira Otranto nei mesi invernali si accorgerà che è tutt’altro che un paese “morto”. Il grigiore del cielo che si riflette nelle acque e quel caratteristico profumo che si solleva dal mare renderanno interessante girare per le stradine anche quando la temperatura è meno calda. Molti particolari si possono cogliere quando tutto è più tranquillo, i minimi segni indistinguibili del piccolo borgo si rafforzano di inverno e regalano a chi si immerge cuore e anima alla scoperta di Otranto interessanti storie.